Grotta delle Fate
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Monte Adone, che con i suoi 655 metri è il più alto rilievo del Parco del Contrafforte Pliocenico (una vasta formazione sedimentaria che si estende fra la Valle del Reno e quella del torrente Zena, costituita prevalentemente da arenaria) rappresenta un'incantevole meta per una giornata all'insegna dell'escursionismo.
A Brento si può lasciare la macchina e si prosegue a piedi seguendo l’inconfondibile segnaletica bianco-rossa del C.A.I. (sentiero n. 910) che coincide con la Via degli Dei o Flaminia Militare, la strada del II Sec. a.C. che congiungeva Bologna a Fiesole e tuttora praticabile a piedi.
Il percorso è estremamente panoramico e in tempi brevi si raggiunge la vetta da cui, in giornate limpide, l’orizzonte spazia sino alle più alte cime dell’Appennino tosco-emiliano: Corno alle Scale, Cimone e Monte Cusna.
Se lo desiderate, potete annotare le vostre impressioni o solamente una testimonianza, sul “libro della vetta” custodito dentro l’apposita scatola nel retro della grande croce metallica.
Monte Adone, con le sue torri in perenne erosione causata dagli agenti atmosferici, parrebbe essere uno scenario ideale per un film di John Ford; vi consigliamo di esplorare il monte in lungo e in largo, seguendo la rete sentieristica C.A.I., facendo però attenzione ai dirupi quasi onnipresenti.
Se avete fortuna potete avvistare alcune specie di falchi che non disdegnano queste irte falesie per nidificare.
La famosa Grotta o Tana delle Fate è situata ai piedi della falesia sulla Valle del Setta.
La leggenda narra che in certe notti di plenilunio, evanescenti figure femminili, (le Fate) salgano dalla Valle del Setta sospese nel vuoto per scomparire all’interno di tale cavità.
La realtà ci mostra una stretta fenditura nella roccia lunga cinquanta metri, interrotta da massi di crollo.
Sulle pareti interne l’Abate Serafino Calindri nel 1779 rinvenì delle iscrizioni risalenti al 1451.
Grotta 1:
Grotta 2: